domenica 8 gennaio 2017

Il gusto amaro di un caffè



"Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è"? recitava una fortunata pubblicità di una nota marca di caffè. Ed è vero. Degustare la classica tazzina per cultori ed appassionati costituisce un’occasione gioiosa ed un momento direi quasi magico. La sottile crema in superficie, il profumo inconfondibile della bevanda, il senso di libertà, i piacere che deriva dall’assaporare il gustoso aroma. Faccio parte di quel 27% di italiani che beve una tazzina al giorno distribuita tra metà mattinata o preferibilmente dopo pranzo. Mai avevo pensato che il gusto della tazzina fosse inscindibilmente accompagnato dalla grazia e dall’educazione di chi la serve. Bar del porto di Olbia: mi avvicino alla cassa ed ordino: “Due caffè macchiati per favore”. Il barista, con un’espressione imperturbabile, sibila “Due” come risposta. Ritengo che non abbia ben capito l’ordinazione e, ritenendola una richiesta di chiarimento, ripeto “Due caffè macchiati”; per tutta risposta mi sento rispondere un gelido “Due”. Reitero per l’ennesima volta l’ordinazione e finalmente mi viene chiarito l’arcano dei due con una laconica, ma illuminante risposta “Due euro”. Pago, mi sposto verso il bancone e attendo la somministrazione delle sofferte tazzine; con mia grande stupore scopro che il servizio consta di due caffè normali. Chiedo cortesemente che vengano corretti; “Lei li ha chiesti normali” mi sento rispondere”. Non so se costituisca una ritorsione per l’equivoco che si era creato. Soddisfatta finalmente la mia ordinazione, bevo il caffè che mi risulta meno piacevole di altre volte, saluto cortesemente e, complice il clima delle festività, auguro un felice anno al mio interlocutore. Ora non pretendo che un barista abbia approfondito i principi della comunicazione di illustri studiosi quali Watzlawick, Bateson, Halliday o Jakobson. Giustifico, altresì, la stanchezza, lo stordimento e la pressione di un lavoro usurante, stressante e faticoso che, in questo periodo dell’anno, si acuiscono. Ritengo, però, fondamentale che osservi i requisiti essenziali dell’educazione che presuppongono il saluto, il rispetto ed un conciliante sorriso; in ultima analisi un atteggiamento garbato che faccia sentire a proprio agio il cliente.