venerdì 18 dicembre 2015

Presepi... de chelu



Fantasia e creatività sono le stelle comete che hanno orientato il lavoro di tanti volontari che nei diversi rioni del paese hanno ripreso la meravigliosa e fortunata manifestazione dello scorso anno: l’allestimento dei presepi. Diverse riunioni hanno contrassegnato la fase preparatoria durante la quale si sono concordate progettazioni e si sono raccolti i materiali indispensabili per la realizzazione delle installazioni; infine, si è passati alla fase finale che contemplava la creazione di atmosfere suggestive nelle quali inserire la natività di Gesù.  Questi momenti sono stati caratterizzati da tanta allegria “che dogni sinu… si sentit bundare” (trabocca da ogni cuore) secondo le stupende parole della cantone “Notte de chelu” di Pietro Casu non a caso scelta per denominare la manifestazione. La proloco ancora una volta ha centrato l’obiettivo di rinsaldare sentimenti di amicizia, occasioni di affiatamento e di unione tra vicini di casa. Il tutto all’insegna di una corretta competitività che porta i rioni a cercare di superare se stessi per allestire delle opere d’arte che, pur conservando alcuni significativi caratteri della precedente edizione, hanno rinnovato paesaggi, ambientazioni, sfondi e scenari.  L’osservatore più attento potrà notare la cura dei particolari, l’attenzione per i dettagli, le colorazioni armoniose e le suggestioni che procurano pietre, ferro, sughero, pallet, arbusti, fieno. Materiali poveri che nella loro essenzialità ci riportano indietro nel tempo e nella storia in un sussulto di nostalgiche emozioni. Sembra quasi di immergersi in una realtà remota, ma allo stesso tempo accogliente, luminosa e suggestiva. Non si può non ammirare lo splendore, il fascino e l’armonia che prorompono da rappresentazioni che custodiscono il mistero dell’amore. Tutti si sentono fieri del presepe che manifesta nel proprio rione i caratteri propri dell’accoglienza, della gioia, dell’estro e dell’inventiva. Questa manifestazione è la porta che moltiplica occasioni di comunicazione con il vicino, il parente, il conoscente. Tanti berchiddesi residenti altrove ritornano per rivivere una stupenda esperienza e si sentono partecipi e allo stesso tempo orgogliosi di ciò che la propria comunità è riuscita a fare. In tanti mi hanno chiesto quale fosse il presepe più bello. E’ una domanda alla quale rispondo, ma non salomonicamente, tutti. In ciascuno ho scoperto elementi di suggestione, particolari di fantasia che manos fadadas di sapienti artisti hanno saputo creare. Le rievocazioni della natività sono state arricchite quest’anno da una ricca scenografia che si snoda dalla piazza e abbraccia le principali vie del paese. Alberi di natale in legno, pupazzi natalizi, luminarie, palline colorate impreziosiscono ogni angolo del paese e diffondono un clima di festa. Queste evocazioni effondono sentimenti di felicità che coinvolgono anche i passanti più distratti. Intelligente e apprezzata, soprattutto dai tanti ospiti, è stata la proposizione, nel giorno inaugurale, dei piatti tipici dell’arte culinaria locale: zuppa berchiddese, panadas, polenta, ravioli, cinghiale e brugnoli sono alcune tra le pietanze che sono state sottoposte al palato dei numerosi degustatori di queste prelibatezze. Da non sottovalutare l’apporto al successo della serata inaugurale della locale banda musicale Demuro e dei cori Santu Sabustianu di Berchidda, del coro di Berchiddeddu e delle melodie dei ragazzi dell’orchestra spensierata e dei bambini delle scuole: tutti hanno contribuito ad esaltare con musiche e canti le atmosfere natalizie. Lo scorso anno mi domandavo se questa fortunata manifestazione potesse essere riproposta e se possibile migliorata. Oggi riconosco che tutti hanno fatto tesoro dell’esperienza maturata; hanno, nel contempo, perfezionato le proprie opere attraverso i caratteri peculiari della nostra comunità: la cultura l’ospitalità, l’accoglienza, la solidarietà, la fantasia e la creatività. Ancora una volta la nostra collettività ha saputo stupire e stupirci disvelando i valori fondanti del proprio animo.

giovedì 10 dicembre 2015

Visi coperti e... avvisi scoperti!



I drammatici accadimenti di Parigi hanno scosso le coscienze di tutto il mondo. Riflessioni sull’inutilità della violenza gratuita si sono giustamente sprecate. Giornali e mezzi di comunicazione hanno condannato gli assassini ed in alcuni casi hanno messo in discussione la civiltà europea. Dove abbiamo sbagliato, come possiamo rimediare, quali provvedimenti possiamo assumere per evitare il ripetersi di tali efferati crimini sono le domande più ricorrenti. Siamo in guerra, ripetono ormai tutti, e dobbiamo assumere provvedimenti conseguenti. Non mancano in questo marasma di idee, spesso contraddette e talvolta contradditorie, le decisioni estemporanee e strumentali nate sull’emotività del momento e dettate soprattutto dal desiderio di strumentalizzare l’accaduto. La giunta Maroni della regione Lombardia, con grande dispiegamento di mezzi divulgativi, ha pubblicizzato il provvedimento volto a proibire l’accesso alle strutture regionali a chi si presenta con il capo coperto. Il testo richiama la legge nazionale già in vigore (legge Reale del maggio 1975) che proibisce di circolare senza poter essere riconosciuti. L’avviso, inserito nel regolamento, consentirà agli addetti ai controlli di non far entrare nelle strutture pubbliche le persone con il viso coperto. Proibiti caschi e soprattutto abiti tradizionali di alcune donne musulmane, quali burqa o niqab a partire dal primo gennaio del 2016. Niente da eccepire sul fatto che i cittadini non debbano coprire il volto nei locali pubblici. Occorre però osservare che la stessa legge Reale nello stabilire che non si può circolare con il viso coperto aggiunge una precisa postilla “senza giustificato motivo”.  Le motivazioni religiose costituiscono un valido motivo che trova proprio nella nostra costituzione la sua giustificazione. Una legge regionale non può confliggere con la libertà costituzionale di manifestare e professare la propria religione e soprattutto non può contrastare una legge nazionale. Ennesima disposizione che ripete pedissequamente i contenuti di una legge attuale seppure datata. La verità che nessuno dice è che i rappresentanti della lega, in un momento di particolare astio e di diffusa avversione nei confronti di un generico mondo musulmano, avevano necessità di lanciare un segnale che raccogliesse consensi e adesioni tra i cittadini; sanno benissimo che i terroristi, mai e poi mai, si recherebbero a viso coperto nelle strutture sanitarie per compiere sfracelli. Quanto è lontana la politica di alto profilo del passato! Oggi conviviamo con la politichetta del giorno per giorno protesa alla ricerca del provvedimento sensazionale che si rivolge all‘irriflessione e alla passionalità degli elettori per raccogliere consensi effimeri e fragili condivisioni.


mercoledì 9 dicembre 2015

Deputati...al riposo




Tre mesi di vacanze. Niente male per una categoria di onesti lavoratori che scarseggia di privilegi! Cumuleranno novanta i giorni di ferie i nostri parlamentari al termine del 2015. Possono ritenersi soddisfatti i deputati e i senatori che ogni tanto si lanciamo in ardite elucubrazioni sull’importanza del lavoro, sul valore dell’impegno e sulla grandezza dell’operosità. Eccellono anche nel disquisire sulla dignità dello studio che contribuisce a formare i giovani e a prepararli ad un roseo futuro. Lontano migliaia di chilometri da casa, se vogliamo, ma che importa quando a partire sono i figli degli altri! I dieci giorni di ponte dell’Immacolata che preludono alle future vacanze natalizie sono sale sulle quotidiane ferite e sulle dure fatiche dei lavoratori della nostra amata Italia. Riprenderanno la propria attività, dopo un brevissimo intermezzo di rientro a Roma per approvare la legge di stabilità, nella seconda settimana del mese di gennaio. Ci auguriamo che possano rioccupare i banchi di Montecitorio riposati, rilassati e distesi dopo un anno particolarmente faticoso e stressante. Per lenire le preoccupazioni dovute ad un debito pubblico crescente, hanno ritenuto opportuno corrispondersi i finanziamenti pubblici relativi agli anni 2013 e 2014 senza alcun controllo sui bilanci. L’importo complessivo pari a 45.5 milioni di euro è stato approvato da tutti i rappresentanti dei cittadini esclusi i grillini. Tutto questo è avvenuto con una solerzia straordinaria e in spregio alle delibere adottate dagli uffici di presidenza che, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, avevano inserito una clausola di salvaguardia: i finanziamenti sarebbero stati erogati previo accertamento sulla correttezza dei bilanci. Neppure questa norma è stata tenuta in considerazione. Perché perdere tempo in analisi attente e accurate? Occorre essere misericordiosi con quanti non sono in regola cioè con tutti. Questa predisposizione dell’animo, oggi particolarmente attuale, ha portato ad un’immediata soluzione di tutti i cavilli burocratici. I soldi ci sono e se non ci sono si trovano. E tutti vissero felici e contenti. Meno soddisfatti gli elettori, categoria in estinzione che si riconsidera nell’approssimarsi degli appuntamenti elettorali. Talvolta le memoria degli elettori è capace di giocare brutti scherzi ai paladini dell’arroganza, della sfrontatezza e della prepotenza.